lunedì 28 ottobre 2019

Il futuro inizia oggi, non domani.

Oggi piove.
E' lunedì ma non sono in ospedale, che succede?

Mi affaccio da una finestra di una biblioteca a me non familiare, su un paesaggio che non rispecchia i soliti contorni della piatta Brianza a cui sono abituato, o dei brulli monti fuori casa mia, nella mia amata Bergamasca.

In questa fase di stallo, ho tempo per riflettere, per pensare.
Kings of Convenience in sottofondo, chiaramente.

Mi sono laureato.
E' un fulmine a ciel sereno: sono passati solo 12 giorni da quel pomeriggio soleggiato, quasi primaverile.
E' uno di quei pensieri che non puoi frenare, erompe bruscamente e ti impone di fermarti. Ma è forse ora il momento per ragionare davvero su ciò che è successo, dopo i vertiginosi giorni di festeggiamento e gli altrettanto importanti giorni di recupero di ore di sonno.
Si, ora è il momento giusto.

Se vado a guardare la cronologia di questo raccoglitore di pensieri, confusionario e poco puntuale, trovo la data del 23 luglio 2015, e non riesco a non pensare a quella come l'estate dello sfacelo fisico e mentale, per tentare di superare quello che sicuramente è stato l'esame più ostico di tutti, fisiologia.
Pensare che in quel contesto, che in quelle giornate infinite sia nata la necessità di dare sfogo a me stesso, di dare libertà a un rigurgito di parole non sempre chiaro che ha spesso assunto le forme di racconti neuroaddicted, mi fa sorridere. Mi rasserena.
Perché nonostante il caos mentale che poteva derivarmi da uno studio allora non particolarmente efficace, ho avuto il coraggio di prendere tempo per me stesso, di iniziare qualcosa di nuovo che, se anche non garantiva l'uscita di nuovi articoli settimanalmente, mi permetteva di essere sereno, di essere davvero felice nel poter buttare giù due righe di pensieri nelle note del telefono anche se non avevano l'ardire di diventare un pezzo su questo fantomatico blog.
Scorro le date degli articoli e mentre passano gli anni, in parallelo corre il film della mia carriera universitaria: l'affaccendarsi di argomenti sempre più complessi e sempre più affascinanti, tirocini sparsi in ogni dove che, seppur i vari limiti organizzativi, mi hanno donato tanto.
Aspetta un attimo, è vero!
Si, ora andrò un pò controcorrente ma ehi, quanto sono unici i tirocini cui ho avuto la fortuna di partecipare?! Toccare con mano, anche per poco tempo e non sempre con la giusta profondità, molti ambiti della moderna medicina mi ha davvero insegnato molto.
Non parlo solo dell'universo di informazioni dietro a un dato di laboratorio anormale o nascosto da un segno clinico peculiare.

Parlo di umanità.
Quella vera.
Quella che non insegnano, della quale tu puoi esserne testimone consapevole.

Negli anni, ho avuto la fortuna di conoscere professionisti che valorizzavano questa dimensione, non con la boriosa dimostrazione del loro ruolo, ma perché umani.
Splendidi esseri umani.

E penso che questa dichiarazione rispecchi sopratutto chi, negli ultimi due anni, mi è stato davvero vicino. E ancora cadiamo lì, nel mondo che tanto mi piacerebbe diventasse parte integrante della mia quotidianità da qui a un anno quando il test di specializzazione orienterà il mio futuro.
Si, sto parlando ancora di neurochirurgia, in particolare quella del San Gerardo, che è stata un pò come una seconda casa, sicura e, nonostante alcune incongruenze, piena di umanità.
Quella autentica.
Ho aggiunto inavvertitamente un'altra parola-bomba, futuro! Ed ecco quindi che come pensiero flash posso affermare con certezza che rimango saldo su quello che voglio: non riesco a trovare una ragione precisa per la quale vorrei fare il chirurgo, ne trovo solo un migliaio per cui non devo smettere di credere che sia possibile diventarlo. Arriverà sicuramente il momento in cui diventerà più che una semplice passione, un mero interesse, più che un semplice gioco..
E, arrivato quel momento, credo che tu possa scegliere di fare quel passo in avanti, oppure voltarti e andare via. Potrei, ora come ora, pensare a un'altra strada, forse una che mi garantirebbe di non sacrificare così tanto come ho visto fare ai miei cari specializzandi. Si, potrei mollare, cambiare rotta.
Ma c'è un problema, e anche piuttosto imponente..
Mi piace troppo.

Vero, forse divago un pò troppo, toccando tanti concetti. Scrivo qualsiasi pensiero mi passi per la testa: ma, ehi, a chi non piace un flusso di coscienza caotico e incomprensibile?

Torniamo all'umanità. Quella splendida dimensione dell'essere che forse più di ogni capitolo studiato, mi sta davvero permettendo di raggiungere chi ha bisogno d'aiuto.
Non pecchiamo d'orgoglio nell'usare il tempo passato nella frase precedente: non ho minimamente scalfito ciò che significa davvero essere medici. Ho appena iniziato!
Certo, che qualcuno ti metta la corona d'alloro in testa non può essere secondario, ma nemmeno considerarsi come l'apice del proprio percorso: c'è chi dice che adesso viene il difficile, e a questo qualcuno rispondo che sono pronto a affrontare il difficile ma anche il bello che sottende questa scelta di vita, che sono certo, mi renderà nel tempo un vero essere umano.

Pioveva.
Ora, un timido raggio di sole illumina una grigia città.

Ah si, mi sono laureato.
Ora si comincia, sul serio.